Let there be love è mix dolce-amaro, una storia raccontata con la giusta miscela di ironia e leggerezza che passa in rassegna temi di alto contenuto drammatico come l'eutanasia, il comportamento dei figli in relazione alle colpe dei padri, il bisogno d'affermazione di un’identità individuale. Lo spettacolo nasce come progetto di regia di Ana Shametaj, giovane regista neo diplomata alla Paolo Grassi di Milano.
Nel calderone caotico di una Londra multiculturale in cui i “veri britannici” sembrano tagliati fuori, avviene un incontro umano tra due emarginati: l'emarginazione sociale di una polacca neo-emigrata e l'emarginazione volontaria di un malato terminale che ha tutto da nascondere e tutto da farsi perdonare.
Al dibattito si apre il tema centrale, cioè la necessità del suicidio come affermazione della propria dignità, suicidio dettato all'inizio da un mero sentimento vendicativo, che alla fine si trasforma nell'apice di un'esistenza. Alfred, Gemma e Maria sono tre personaggi che vivono in modi diversi la stessa condizione di diversità e hanno come comune caratteristica un orgoglio totemico che li porta ad affermare coi denti la propria identità.
Per il casting la regista ha cercato attori che fossero emigranti a loro volta (Rufin Doh, Elèna Novoselova), o figli di una prima generazione di stranieri (Luz Beatriz Lattanzi).
Let there be Love è una pièce del 2010 che prende il titolo dalla canzone di Nat King Cole, di cui sia Alfred, il personaggio protagonista, che Kwame Kwei-Armah sono grandi amatori. Il testo ha debuttato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti con la regia dell'autore e Joseph Marcell nella parte di Alfred.
Teatro della Cooperativa (17/22 dicembre 2013)
ORARI: feriali h. 20.45 e festivi ore 16
PREZZI: intero 18 € - ridotti 13/9 €
www.teatrodellacooperativa.it - Via Hermada 8, Milano – tel. 02.64749997